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/in Proprietà Intellettuale/di Nicolò ShargoolBreve guida ai diritti IP per chi usa i tool di intelligenza artificiale generativa
Se dovessimo concentrare l’ultimissimo trend del mondo tech (e non solo) in un solo concetto, probabilmente questo sarebbe “Intelligenza artificiale”, o meglio, “intelligenza artificiale generativa”.
Nello specifico, l’IA generativa è una definizione ampia che viene utilizzata per descrivere qualsiasi tipo di intelligenza artificiale che utilizza algoritmi di apprendimento non supervisionati per creare nuove immagini digitali, video, audio, testo o codice. Ne sono un esempio tool come Dall-E o ChatGPT, ormai di uso comune, che a partire da istruzioni verbali (input) possono generare immagini, testi, stringhe di codice o video (output).
A dimostrazione del potenziale utilizzo di massa di questi strumenti abbiamo visto come negli ultimi mesi i feed dei social network si siano riempiti da una moltitudine di illustrazioni realizzate con Midjourney o Stable Siffusion, e più recentemente di screenshot catturati da conversazioni con ChatGPT.
Mentre in molti si interrogano sulle questioni etiche e morali relative all’utilizzo di tali strumenti, in pochi danno altrettanta importanza ai diritti di copyright e più in generale di proprietà intellettuale che questi strumenti garantiscono sui contenuti da essi generati. Nel prosieguo abbiamo cercato di analizzare brevemente le licenze di alcuni di questi strumenti per capire quali sono gli utilizzi consentiti.
Stable diffusion
Stable Diffusion è un modello di apprendimento automatico profondo pubblicato nel 2022, utilizzato principalmente per generare immagini dettagliate a partire da descrizioni di testo.
In questo caso, l’art. 6 della Licenza si limita a dire che “il Licenziante, non rivendica alcun diritto sull’Output generato dall’utente utilizzando il Modello. L’utente è responsabile dell’output generato e dei suoi successivi utilizzi.” All’utente è dunque riconosciuta la disponibilità del contenuto generato. Vi sono tuttavia alcune eccezioni. Infatti, al periodo successivo, la licenza statuisce che “nessun uso dell’output può contravvenire alle disposizioni della Licenza (Allegato A)” rimandando ad un elenco di utilizzi illeciti dell’Output poiché potenzialmente dannosi nei confronti di terzi.
OpenAI – Dall-E 2; ChatGPT-3
Questi due modelli sviluppati dalla Startup OpenAI probabilmente non hanno bisogno di presentazioni. ChatGPT è un modello conversazionale in grado di intrattenere conversazioni complesse, fornire informazioni e scrivere testi utilizzando il linguaggio naturale; Dall-E è un strumento di intelligenza artificiale capace di generare immagini a partire da descrizioni testuali.
I contenuti creati tramite questi due popolari strumenti sono soggetti alla stessa licenza, rilasciata da OpenAI.
Sulla base della licenza “l’Utente è proprietario di tutti gli Input e, subordinatamente al rispetto da parte dell’Utente delle presenti Condizioni, OpenAI cede all’Utente tutti i propri diritti, titoli e interessi relativi agli Output.” Anche qui, dunque, tuttavia troviamo alcune eccezioni all’esclusività di tale licenza, infatti OpenAI si riserva, in maniera molto generica, il diritto di “utilizzare i Contenuti come necessario per fornire e mantenere i Servizi, rispettare la legge applicabile e applicare le nostre politiche. L’utente è responsabile dei Contenuti, anche per quanto riguarda la garanzia che non violino alcuna legge applicabile o i presenti Termini”.
Midjourney
Altro, popolare, strumento di intelligenza artificiale capace di generare immagini a partire da descrizioni testuali. Attualmente è disponibile in versione beta su Discord.
In base alla licenza “l’Utente è proprietario di tutte le Risorse create con i Servizi.” Vi è tuttavia un’eccezione di assoluta importanza di cui occorre necessariamente tenere conto.
Nello specifico, i termini di servizi prevedono che, nei casi in cui l’utente non sia un utente a pagamento, gli sia conferita una Licenza Internazionale Creative Commons Non Commerciale 4.0 Attribuzione sugli Output finali. Pertanto i contenuti potranno essere utilizzati solo allorché soddisfino i seguenti requisiti:
- venga menzionata la paternità dell’opera, venga fornito un link alla licenza e venga indicato se sono state effettuate delle modifiche;
- l’utilizzo non può essere di tipo commerciale.
Concludiamo questa breve e certamente non esaustiva panoramica sulle licenze dei contenuti generati dall’AI con un monito di Chatgpt-3 sull’importanza di leggere i termini e condizioni di questi strumenti.
“È importante leggere i termini e le condizioni degli strumenti di IA generativa, perché delineano i diritti e le responsabilità dell’utente e del fornitore. Tra queste figurano informazioni sull’utilizzo dei dati, sulla proprietà intellettuale e sulle limitazioni di responsabilità. La mancata comprensione e il mancato rispetto dei termini e delle condizioni possono comportare problemi legali o etici. Inoltre, la comprensione dei termini e delle condizioni può aiutare l’utente a prendere decisioni informate sull’uso appropriato dello strumento” (cit. ChatGPT-3).
Mi sono Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di “Roma Tre”, discutendo una tesi in diritto dell’Informatica e delle nuove Tecnologie. Subito dopo la laurea ho iniziato una collaborazione in studio legale di diritto amministrativo, Vai al profilo