Strategie brevettuali “Lean”: fare di più con meno
/in Proprietà Intellettuale, Proprietà Intellettuale/di Nicolò ShargoolNei precedenti articoli abbiamo parlato di come nel frenetico mondo delle startup, la proprietà intellettuale (PI) rappresenti un fattore cruciale per il successo. I brevetti, in particolare, sono spesso considerati il Santo Graal per proteggere invenzioni innovative e conquistare un vantaggio competitivo.
Tuttavia, la realtà per le startup è spesso più complessa, poiché la registrazione e il mantenimento dei brevetti possono richiedere ingenti somme di denaro, creando un ostacolo significativo per le startup con risorse limitate. Inoltre, non tutti i brevetti si traducono in un reale valore strategico e solo una piccola percentuale ottiene un impatto significativo sul mercato. La procedura di brevettazione è spesso intricata e richiede competenze legali specifiche, non sempre facilmente reperibili all’interno di una startup.
A questo si aggiunga che, le informazioni concrete sull’effettivo ritorno sull’investimento (ROI) dei brevetti sono spesso scarse, rendendo difficile valutare il loro reale valore.
Diviene pertanto fondamentale per le startup distinguere tra brevetti “strategici” e quelli meno significativi. I brevetti ad alto valore strategico alimentano la strategia aziendale, consentendo di implementare le strategie chiave e posizionarsi sul mercato in modo distintivo. Inoltre, generano ritorni tangibili, traducendosi in aumenti di ricavi significativi o impedendo l’ingresso di competitor sul mercato. Offrono anche un vantaggio competitivo solido, distinguendo l’azienda dai concorrenti e proteggendo le innovazioni che la rendono unica.
Per superare le sfide e ottimizzare le risorse, le startup possono adottare un approccio “lean” alla brevettazione, basato su principi di efficienza e lungimiranza.
Questo approccio prevede la protezione mirata delle invenzioni con il più alto potenziale strategico e commerciale, evitando di disperdere risorse su idee meno promettenti. Inoltre, un approccio graduale consente – ove la legge nazionale lo consenta – di iniziare con domande di brevetto provvisorie per ottenere una protezione iniziale a costi contenuti, posticipando la registrazione definitiva a un momento successivo.
Una valutazione e revisione continua della strategia brevettuale alla luce del feedback del mercato, delle evoluzioni aziendali e delle ultime tendenze nel settore è un’altra componente chiave dell’approccio lean. Difatti, il panorama tecnologico è in continua evoluzione, con nuove invenzioni e brevetti che emergono frequentemente e, pertanto, una valutazione continua permette di rimanere aggiornati sulle ultime tendenze del settore e identificare nuove opportunità di brevettazione. Si pensi ad una Startup che opera nel campo delle biotecnologie: con l’avanzare della ricerca medica e lo sviluppo di nuove terapie, la stessa deve monitorare costantemente le ultime innovazioni per avere contezza di cosa si possa o non si possa brevettare al fine di proteggere il proprio vantaggio competitivo.
Infine, la collaborazione esterna con esperti di proprietà intellettuale qualificati permette di ottimizzare il processo di brevettazione, sfruttando la loro conoscenza e competenza specifica.
Adottare un approccio “lean” alla brevettazione offre alle startup una serie di vantaggi concreti, tra cui la riduzione dei costi, l’aumento dell’agilità e la massimizzazione del valore. Focalizzandosi sui brevetti con il più alto potenziale di ritorno sull’investimento, le startup possono ottimizzare le loro risorse limitate. Un approccio flessibile permette di adattare la strategia brevettuale alle mutevoli esigenze del mercato e alle nuove opportunità che si presentano. Proteggendo le invenzioni più critiche per il successo aziendale, le startup possono accrescere il proprio valore e attrarre investitori interessati. Le startup innovative che desiderano sfruttare appieno il potenziale della proprietà intellettuale non devono lasciarsi scoraggiare dalle sfide. Adottando una strategia brevettuale “lean”, basata su una valutazione accurata del valore strategico, su un approccio mirato e flessibile e sull’utilizzo efficiente delle risorse, le startup possono navigare il mare della proprietà intellettuale con successo, conquistare un vantaggio competitivo duraturo e massimizzare il valore per i propri stakeholder.